Il Gruppo Hope è un’ azienda che ha la sua base operativa in Puglia ed è attiva nel settore delle energie rinnovabili. La sua attività principale è la integrazione della filiera rinnovabile con la produzione d’idrogeno verde, driver ritenuto indispensabile per l’incremento della penetrazione delle fonti rinnovabili nel mercato elettrico.
L’attuale pipeline di sviluppo conta una potenza complessiva di oltre 5 GW, di cui oltre 4 GW di proprietà diretta del Gruppo Hope ed è costituita da impianti onshore e offshore sia eolici che fotovoltaici.
Alle due tecnologie più tradizionali del mondo FER si unisce anche la produzione di biocarburanti tramite processi di digestione anaerobica grazie a sottoprodotti agricoli e animali, nei quali il gruppo vanta una consolidata esperienza.
L’allarme climatico e l’esigenza di differenziare le fonti energetiche, generata dalla drammatica situazione geopolitica, indicano il passaggio alle energie rinnovabili come una soluzione praticamente obbligata.
L’impegno di Hope Group si concentra sulla produzione di energia da fonte rinnovabile integrata con la produzione di idrogeno (idrogeno verde), contribuendo fattivamente al perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 sottoscritta dai membri dell’ONU. È questa attualmente la forma di energia di minore impatto ambientale con maggiore disponibilità e flessibilità di utilizzo, la migliore garanzia per il futuro delle prossime generazioni.
Background diversi, obiettivi comuni.
Il Gruppo Hope è un’azienda che si è già resa protagonista di un cambiamento concreto nell’ambito complesso e dibattuto della transazione energetica e nasce dall’urgenza, libera da ogni retorica, di costruire un mondo migliore per le generazioni future.
Generata dal sodalizio tra Nelke Srl, Gardill Srl, Ilirm Srl, Engeo Srl, Basomaso Srl e Next Energy Srl, l’azienda vanta una solida esperienza nel settore, con un ampio raggio di competenze in ambito manageriale, finanziario, tecnologico, ingegneristico, mediatico e istituzionale.
Gli ambiziosi obiettivi, raggiunti già nei pochissimi anni di attività, sono il risultato di un fresco entusiasmo, coadiuvato da una vasta esperienza multidisciplinare.
Il Gruppo Hope è una nuova piattaforma multidisciplinare impegnata nella realizzazione sul territorio italiano di nuovi impianti FER (Eolico Off Shore Floating, Eolico On Shore, Solare Fotovoltaico, Biogas e Biometano) accoppiati a impianti di produzione di idrogeno verde destinato a diverse soluzioni di utilizzo: trasporto pesante (BRT, Navale, aeronautico, ferroviario), trasporto veicolare, fuel cells, immissione in rete, produzione di derivati dell’idrogeno (ammonica, metanolo).
Il Gruppo Hope può contare sul supporto scientifico e tecnologico del Politecnico di Bari e su collaborazioni con centri di ricerca nazionali ed europei di alto livello, come l’Università di Strathclyde di Glasgow, considerata fra le migliori nel campo a livello internazionale.
Origination di nuove iniziative per la produzione di impianti FER accoppiati a siti di generazione di idrogeno con logica green field dalla progettazione preliminare al ready to build.
Competenze multidisciplinari necessarie allo sviluppo delle iniziative in fase di sviluppo.
Competenze multidisciplinari per la strutturazione di finanziamenti e contratti PPA (Power Purchase Agreement).
Operazioni M&A, finanza strutturata, servizi tecnici in fase di costruzione e di operation, rapporti con enti e autorità.
Gestione dei rapporti con le autorità e con le comunità locali coinvolte nella ricerca delle migliori soluzioni per un’accettazione partecipata delle iniziative.
La tecnologia dell’idrogeno verde, nella quale investiamo tutto il nostro impegno, riassume già in sé i nostri valori. Innanzitutto la sostenibilità, perché ad oggi questa è la tecnologia più compatibile con il nostro ambiente e i moderni standard di vita.
Il minore impatto ambientale e paesaggistico è garantito da un intenso e costante scambio con le comunità. Nessuna decisione è presa senza ascoltare chi rappresenta gli interessi di un territorio che conosciamo bene, perché è anche il nostro. Solo così si può valutare la soluzione più favorevole a entrambe le parti e instaurare buoni e duraturi rapporti. I nostri progetti portano sempre vantaggi e benefici sul piano economico e sociale a chi ci ospita.
L’innovazione è un altro dei valori che ben ci rappresentano, e non solo perché quella dell’idrogeno è una tecnologia nuovissima, ma anche per gli obiettivi che ci prefiggiamo: sviluppare integralmente nuovi modelli e schemi, sperimentare nuovi insiemi di competenze e nuovi approcci utili allo sfruttamento di questa energia sul mercato. Puntiamo a fare della Puglia, prima in Italia per numero di impianti da fonti rinnovabili, un Hub energetico nel settore dell’idrogeno.
Laureato in ingegneria elettrica, completa la sua formazione acquisendo competenze in problem solving, macro e micro economia e tecniche di creatività iniziando ad occuparsi del settore energy nel 2001.
Successivamente, nel 2003, ha iniziato ad occuparsi in maniera più specifica di renewable energy, sviluppando ulteriori competenze trasversali in ambito organizzativo, strategico e finanziario con particolare riferimento all’eolico e al fotovoltaico.
Da oltre un decennio ricopre ruoli apicali nelle società in cui ha prestato la sua opera.
Laureato in ingegneria civile, dopo aver fatto parte della task force del Ministero dell’Ambiente, fino al 2004, per affiancare le Regioni Obiettivo 1 nella costituzione delle ARPA e delle Autorità Ambientali, ha intrapreso un percorso che lo ha portato a gestire il permitting, la progettazione e la costruzione di opere infrastrutturali. Nella sua attività ha sempre cercato un punto di incontro tra la funzionalità dell’opera e il suo inserimento nel territorio.
18 anni di esperienza nelle energie rinnovabili; responsabile di M&A e Finance per diverse società quotate ha realizzato, finanziato o venduto direttamente oltre 2 miliardi di euro di asset di energia rinnovabile.
Con oltre 20 anni di esperienza nel settore dei media e delle istituzioni, è stato il fondatore di Apulia Film Commission, tra i più importanti DMO (Destination Management Organization) internazionali e amministratore pubblico.
Oggi è anche CEO della casa di produzione Fidelio.
Diplomato presso la Scuola Nazionale di Cinema, ha realizzato circa 60 progetti audiovisivi in qualità di produttore o delegate producer e circa 550 progetti audiovisivi in qualità di film commissioner.
È l’inventore di alcuni dei public film fund più innovativi del settore audiovisivo, nonché di mercati e incubatori di progetti.
Socio e head of communication & corporate identity di Hope Group è anche socio e direttore creativo della casa di produzione Fidelio.
Ha ricoperto ruoli di Project Manager per lo sviluppo d'impianti rinnovabili dalle fasi preliminari alle fasi di esercizio e gestione soprattutto legati alle biomasse, con particolare riferimento alla cogenerazione e alle fonti rinnovabili
Laureato in ingegneria civile nel 1999, ha fatto parte, fino al 2004, della task force del Ministero dell’Ambiente per affiancare le Regioni Obiettivo 1 nella costituzione delle ARPA e delle Autorità Ambientali.
Successivamente ha intrapreso un percorso professionale finalizzato al permitting, alla progettazione e costruzione di opere infrastrutturali per un valore complessivo di diverse centinaia di milioni di euro, nell’ambito del servizio idrico integrato, dell’ingegneria del territorio, della bonifica dei siti contaminati e delle energie rinnovabili.
La produzione di idrogeno può essere inquinante a seconda del metodo di generazione che si intende utilizzare. Il modello di business che Hope persegue prevede esclusivamente la produzione di idrogeno “green”, ottenuto utilizzando per l’elettrolisi energia generata da fonti rinnovabili.
L’idrogeno non ha colore, nel gergo degli addetti ai lavori però gli si attribuiscono dei colori per distinguere il modo in cui è estratto e il suo impatto ambientale.
L’idrogeno grigio è prodotto a partire da fonti energetiche fossili, principalmente mediante il cosiddetto steam reforming (reazione di reforming con vapore). L’idrogeno è ricavato dal gas naturale o dalla gassificazione del carbone con un processo di conversione termochimica che produce anche CO2. Questo è il metodo di produzione più dannoso per l’ambiente.
L’idrogeno blu si ottiene con un processo in parte analogo a quello dell’idrogeno grigio: è tratto da fonti fossili tramite pirolisi. Anche questo processo produce CO2, ma in
questo caso essa è catturata e stoccata nel sottosuolo oppure trasformata come materia prima. Questo processo è più rispettoso dell’ambiente, grazie all’assenza di emissioni dannose per il clima.
L’idrogeno verde è prodotto da un processo chiamato elettrolisi ad alta temperatura: le molecole d’acqua (H20) ricevono energia prodotta da fonti rinnovabili (come fotovoltaico o eolico), questa spezza i legami ottenendo idrogeno e ossigeno. Si pensi che le basi del processo di elettrolisi sono fondate nella “Pila di Alessandro Volta”, inventata nel 1779. I primi a separare l’idrogeno e l’ossigeno dell’acqua furono gli scienziati Nicholson e Carlisle.
L’idrogeno a servizio della mobilità è già una realtà. Nel settore ferrotranviario e nei trasporti BRT i mezzi dispongono di sistemi a celle a combustibile che, tramite un processo inverso alla elettrolisi, ricombinano l’idrogeno con l’ossigeno, generando energia che alimenta un motore elettrico e producendo come scarto vapore acqueo.
Nel settore automobilistico, oltre alla tecnologia delle celle a combustibile, Toyota dispone già di un motore a idrogeno a combustione interna.
L’idrogeno è un gas altamente infiammabile il cui innesco richiede una quantità di energia irrisoria, pertanto esistono delle precauzioni d’uso particolarmente stringenti che ne consentono la fruibilità in sicurezza.
L’acqua è sicuramente un bene prezioso, soprattutto a determinate latitudini e in certe economie, pertanto è doveroso porre la giusta attenzione nella ricerca di modelli circolari che, per esempio, riutilizzino le acque reflue altrimenti destinate ad essere sversate in mare.
I rapidi progressi tecnologici permetteranno presto di utilizzare direttamente l’acqua marina.
L’impatto cambia a seconda della tecnologia utilizzata per la realizzazione delle fondazioni. La soluzione meno impattante è quella che prevede l’uso di fondazioni flottanti ancorate ai fondali tramite sistemi di mooring.
L’impatto di questa tecnica su piante e alghe è pressoché nullo e gli studi dimostrano anche l’assenza di impatti negativi sui cetacei.
Le porzioni di mare interessate dalle installazioni di turbine eoliche sono inibite alla navigazione, nei lay out di impianto si prevedono comunque dei corridoi di rispetto per il transito dei natanti.
L’impatto sui fondali, soprattutto per le installazioni flottanti, è del tutto trascurabile.
Le porzioni di mare interessate dalle installazioni di turbine eoliche sono inibite alla pesca; questo determina un automatico processo di rewilding dei mari, aumentando la popolazione ittica in prossimità delle coste a vantaggio delle comunità dei pescatori.
Tutti i materiali sarebbero oggetto di recupero e riciclo per oltre il 90%.